presidi contro gli sfratti

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mercoledì 9 luglio 2014

lunedì 23 giugno 2014

Bergamo, sindacalista denuncia: “Preso a sprangate per le proteste che porto avanti”

 

Bergamo, sindacalista denuncia: “Preso a sprangate per le proteste che porto avanti”

È l’alba dello scorso sabato, in un paesino vicino Bergamo. Marian Botta, magazziniere di origini rumene, entra in auto per andare al lavoro, insieme a sua moglie. Entrambi sono impiegati nel magazzino Kuehne Nagel di Brignano Gera d’Adda, e Marian, in particolare, è un delegato del sindacato Slai Cobas, cui è iscritta la gran parte dei 230 operai del sito logistico. Poco prima di partire, la coppia vede avvicinarsi tre uomini – di cui due a volto coperto – che spaccano il vetro dal lato del conducente. Afferrano Marian, lo trascinano fuori dall’abitacolo e lo picchiano selvaggiamente. Le urla della moglie richiamano l’attenzione dei vicini che mettono in fuga i tre uomini. Il sindacalista resta a terra con la gamba gonfia e il corpo pieno dicontusioni ed escoriazioni. Questa la ricostruzione che Botta ha rilasciato ailfattoquotidiano.it, spiegando che “si tratta dell’ennesimo pestaggio a danno di un sindacalista del settore logistico, che negli ultimi anni è stato scosso da picchetti, scioperi e vertenze molto aspre, soprattutto in Lombardia ed Emilia Romagna. Lo scopo – sottolinea – è impedirmi di tornare al lavoro”. Anche due anni fa Marian è stato minacciato sotto casa con un’arma da fuoco. “Sono convinto che si tratti di unavvertimento legato alla mia attività sindacale” sostiene Marian che aggiunge: “Prima che arrivasse il sindacato avevamo delle buste paga del tutto irregolari, senza ferie, malattia o Tfr. A volte si lavorava quattro ore, altre volte 17 ore, in base ai carichi di merce. Ci trattavano come degli schiavi. In passato mi è stato persino offerto del denaro, per smettere di fare il sindacalista. Ovviamente, ho sempre rifiutato”, conclude Botta  di Maria Elena Scandagliato

mercoledì 21 maggio 2014

Il piano casa del governo un puntello a sostegno di banche e finanza

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Il piano casa del governo un puntello a sostegno di banche e finanza

e un atto di barbarie contro morosi e occupanti Sgomberata "manu militari" Respingere gli sgomberi. Promuovere l'organizzazione di inquilini e occupanti. Dotarsi degli strumenti di autodifesa.

L’aula della Camera ha approvato con 277 sì e 92 no il decreto legge recante misure urgenti

(Le misure

Ecco le misure contenute nel decreto: Lotta agli abusivi, stop allacci gas, luce, acqua e telefono - In assenza dei dati identificativi del richiedente e del titolo che attesti la proprietà, il regolare possesso o la regolare detenzione dell’unità immobiliare, gli atti aventi ad oggetto l’allacciamento dei servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e della telefonia fissa, nelle forme della stipulazione, della volturazione, del rinnovo, sono nulli. Si tratta di una norma che colpisce chi «occupa» le case. Inoltre, chi occupa abusivamente alloggi di edilizia residenziale pubblica non può partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi della medesima natura per i successivi cinque anni.

Più cresce, per gli inquilini impoveriti e senza tetto, il bisogno di alloggio, più si potenzia la politica statale dei partiti governo comuni e regioni a tutela della proprietà contro morosi e occupanti. Il 28 marzo il governo ha sfornato un decreto-legge, il n. 47/2014, che è l'ultimo strumento (in ordine di tempo) di puntellamento della rendita immobiliare-finanziaria e di attacco feroce contro morosi e occupanti.

Per quanto riguarda il primo aspetto, ossia la proprietà pubblica e privata, esso prevede: a) un fondo a sostegno del pagamento dei canoni, elargito al proprietario,nel caso di"morosi incolpevoli", previa verifica burocratica della "incolpevolezza"; b) la costituzione di agenzie (istituti o fondi), tramite Comuni e Regioni, per realizzare convenzioni con cooperative edilizie con l'incarico di dare in locazione alloggi a canone concordato, nel tentativo di sostenere un mercato sempre più asfittico e allontanare lo scoppio della bolla immobiliare; c) l'istituzione di un apposito fondo per la concessione di contributi in conto interessi sul finanziamento per l'acquisto di alloggi degli IACP; col doppio risultato della svendita del patrimonio pubblico e del sostegno alle banche (che di mutui non ne stanno facendo più) attraverso la garanzia della Cassa depositi e prestiti; d) finanziamento delle ristrutturazioni degli immobili IACP; e) riduzione al 10% dell'aliquota della cedolare secca per i contratti a canone concordato.

Per quanto riguarda, invece, senza tetto e occupanti il decreto stabilisce: 1)gli occupanti abusivi perdono qualsiasi diritto di residenza; diventano extracittadini; 2)perdono qualsiasi possibilità di allacciamento ai servizi pubblici, con taglio di energia elettrica e gas; 3)vengono estromessi dalla graduatoria per l'assegnazione di alloggi popolari; e privati della sanità e istruzione pubbliche.

In breve acquisiscono per legge lo stato di reietti e perseguitati e trattati come cani randagi.

Questo provvedimento va denunciato e combattuto prima di tutto per il suo carattere ingannevole e mistificatorio in quanto cavalca l'«emergenza abitativa», non per fermare sfratti e sgomberi e requisire alloggi per disoccupati cassintegrati famiglie impoverite e senza tetto, bensì al contrario per sostenere, sulle tribolazioni di questi proletari, la rendita immobiliare-finanziaria. Esso va denunciato e combattuto in secondo luogo per il suo feroce carattere espulsivo che estende agli occupanti abusivi e morosi le logiche sicuritarie razziste e di guerra tra poveri italiani e immigrati.

Va denunciato e combattuto in terzo luogo in quanto non si limita a colpire le singole famiglie o gli occupanti isolati ma mira a eliminare i gruppi più vasti, le collettività di famiglie e di soggetti che hanno costruito rapporti di socialità o che hanno creato un minimo di organizzazione, ponendo la questione abitativa come un problema dell'esistenza di operai disoccupati precari e pensionati.

Gli sgomberi sono da tempo operazioni militari, operazioni ad alta intensità di guerra statale. Ed occorre pertanto un alto livello di organizzazione, di attrezzatura, di collegamenti, di combattività.

Sintetizziamo a conclusione gli elementi di partenza e di impostazione dell'azione. Le città sono piene di case sfitte e/o vuote. Spezzare il monopolio della proprietà pubblica e privata. Il diritto all'alloggio dipende da chi ne ha bisogno. Esigere da Comuni ed Enti pubblici incaricati l'assegnazione immediata di case popolari; la sospensione degli affitti per disoccupati, cassintegrati, poveri; la riduzione dei canoni. Inserire la lotta per l'alloggio nella battaglia generale di operai disoccupati precari e pensionati per l'esproprio di palazzinari immobiliari pubblici (ATC-ALER-ATER ECC.) E proprietà privata.

 

Copia di SICOBAS-NOVARA-LOTTE.doc-1w.pdf-buono_page_005

lunedì 5 maggio 2014

sabato 3 maggio 2014

Una Giusta Resistenza - No Tav Tour

Pubblicato in data 11/apr/2014

Colpevoli di resistere - No Tav Tour
Video intervista ad alcuni avvocati sulle recenti accuse di terrorismo contro il movimento NO TAV

manifestazione del 10 Maggio, pubblicatelo sui siti e diffondetelo sui 
social networks. Colpevoli di resistere: http://youtu.be/Qtnh_wcXtq8
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venerdì 31 gennaio 2014

LA POVERTA ESTREMA UCCIDE RIBBELLIAMOCI

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SEDE PROV. VIA CASSANO N.22 BUSTO ARSIZIO ZONA QUARTIERE SANT.ANNA. E-MAIL- sicobasvaresebusto@libero.it-TEL. 339/6242893

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 LA POVERTA ESTREMA UCCIDE RIBBELLIAMOCI

LA LOTTA SARA PER LA CONQUISTA DI UNA CASA DI EMERGENZA ABITATIVA E CASA POPOLARE PER LA CONQUISTA DEL RECUPERO DI FONTE DI SALARIO NELL’ATTESA ADDIVENIRE DI UN SALARIO GARANTITO. URGE URGENTEMENTE CHE IL LORO COSTO SIA ACCARICO DI REGIONI PROVINCE E COMUNI.

Il disoccupato di lunga durata vive in povertà assoluta.

La povertà assoluta impedisce la disponibilità dei livelli minimi di sostentamento riguardo ai beni essenziali: acqua, cibo, indumenti, abitazione ecc. In Italia nel 2009, 1.162.000 famiglie sono in condizione di povertà assoluta, per un totale di 3.074.000 persone. Anche secondo l’Istat crescono i poveri in Italia: sono il 15,8% della popolazione, nel 2012 gli individui in povertà relativa erano 9 milioni e 563.000. Di fronte a questo scenario l’unica prospettiva per i proletari è la lotta di classe, la lotta il più possibile generalizzata contro la precarietà diffusa . Dal 2006 al 2013 è aumentata la povertà sanitaria in media del 97%. Di conseguenza a questo è cresciuto il fenomeno del banco farmaceutico: solo nel 2013 sono state raccolte più di 300.000 confezioni di farmaci in quasi 3.500 farmacie. Nello stesso tempo secondo il settimanale Vita ci sono oltre 1.000.000 gli appartamenti lasciati sfitti da privati e enti pubblici. A Roma le case vuote sono 300.000 e potrebbero ospitare oltre 1.000.0000 di persone. A Milano gli appartamenti lasciati sfitti sono 80.000 che potrebbero ospitare 3000.000 persone. La risposta a questo estremo disagio diffuso, da parte delle istituzioni (Governo, Regioni, Provincia, Comune) è quella dell’elemosina. Come S.I.COBAS noi diciamo no al pietismo e rivendichiamo per tutti i disoccupati e i precari un salario garantito. Bisogna lottare perché sanità e farmaci siano gratuiti, e perché il loro costo sia spalmato a carico di Regione, Provincia e Comune. Se ci espropriano di lavoro, salario, casa, sanità, viveri di prima necessità, Noi dobbiamo riprenderci quello che ci tolgono come fanno i disoccupati e i precari che nelle varie città italiane occupano gli appartamenti o non pagano gli affitti capestro, che prelevano dai supermercati ciò do cui necessitano.

 PER CONQUISTARE IL DIRITTO ALLA CASA E BLOCCARE GLI SFRATTI, PER RECUPERARE FONTE DI SALARIO, PERCHE’ LA SALUTE NON SIA UNA MERCE, DOBBIAMO PREPARARCI IN TUTTI I QUARTIERI E NEI LUOGHI DI LAVORO ORGANIZZANDOCI NEL S.I. COBAS

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