presidi contro gli sfratti

r











giovedì 22 dicembre 2022

Mahsa Amini

Iran protests

 

 

Il popolo iraniano, guidato da giovani donne, sta manifestando per la propria libertà.

 

 

Per l'Iran Mahsa Amini non è morta per le percosse della polizia: È caduta  perché era malata

 

 

 

Iran, ancora sangue per Mahsa Amini. Bloccato accesso a Instagram e Whatsapp

 

 

At least 92 killed in Iran's Mahsa Amini protests: Human rights group -  India Today

Gli Stati Uniti e l'Europa interpretano male le proteste in Iran

 

   

 

Schüsse bei Gedenken an Mahsa Amini im Iran | BR24

 

 

 

Anger, Pride, Fear: BU's Iranian Students React to Mahsa Amini's Death | BU  Today | Boston University

 

En Iran, un rapport médical officiel affirme que la mort de Mahsa Amini a  été causée « par une tumeur cérébrale » et non « par des coups » de la  police

 

 

 

Mahsa Amini: By focusing on the hijab, western media miss the point |  Middle East Eye

venerdì 19 marzo 2021

VIVA LA COMUNE DI PARIGI

150° anniversario della Comune di Parigi

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone

VIVA LA COMUNE DI PARIGI, IL PRIMO GOVERNO SOCIALISTA DELLA STORIA!

«All’alba del 18 marzo, Parigi fu svegliata da un fragore di tuono: “Vive le Commune!”. Che cos’è dunque la Comune, questa sfinge che tormenta così seriamente lo spirito dei borghesi? I proletari di Parigi – diceva il Comitato centrale nel suo manifesto del 18 marzo – in mezzo alle disfatte e ai tradimenti delle classi dominanti hanno compreso che è suonata l’ora per essi di salvare la situazione prendendo nelle loro mani la direzione degli affari pubblici [...]. Il proletariato [...] ha capito che era suo dovere imperioso e suo diritto assoluto prendere nelle sue mani il proprio destino, e di assicurarsene il trionfo impadronendosi del potere. [...] Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno come l'araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti».

(Karl Marx, La guerra civile in Francia, Londra, 30 maggio 1871)

Il 18 marzo 1871 la Guardia Nazionale, una specie di forza armata composta da volontari per aiutare la difesa della città di Parigi durante l’assedio subito dai tedeschi, insieme a disertori dell’esercito e alle masse popolari armate, presero il controllo della città. L’amministrazione venne affidata ad un comitato centrale, che si preoccupò di organizzare delle elezioni, dopo le quali, il 25 marzo venne formato un vero e proprio governo, che assunse una chiara matrice socialista, tanto è vero che tra le prime decisioni prese vi fu quella di sostituire al tricolore la bandiera rossa. Il governo rivoluzionario, che tra l’altro mantenne una buona popolarità e seppe garantire un certo livello di servizi pubblici, prese numerosi provvedimenti: dall’eliminazione dei turni notturni dei panifici, all’istituzione di una pensione per le vedove e gli orfani di guerra, dalla restituzione dei beni dati in pegno allo stato durante l’assedio, al riconoscimento del diritto dei lavoratori di impossessarsi della propria fabbrica se abbandonata dal proprietario, istruzione obbligatoria, gratuita e impostata su basi scientifiche; importanti i provvedimenti laici come la separazione dello Stato dalla Chiesa, la soppressione dei finanziamenti statali e la confisca dei cosiddetti beni di manomorta – mobili e immobili – appartenenti alle congregazioni religiose. Molti di questi provvedimenti però non poterono essere applicati vista la breve vita che ebbe la Comune e la tragica fine che subì. Ciò nonostante la Comune è diventata leggenda (come dimostrano i ripetuti omaggi tributati da Marx, Lenin e tantissimi altri) come il primo esperimento di impronta chiaramente ed esplicitamente socialista della Storia.



LA COMUNE DI PARIGI 1871 : L’”Indirizzo” di Carlo Marx sull’epica impresa dei comunardi


Lettera di Marx a Weydemeyer

… Al tuo posto osserverei, a proposito dei signori democratici en général, che costoro farebbero meglio a prendere conoscenza della letteratura borghese, prima di pretendere di abbaiare contro chi ne è l’antagonista. Questi signori per esempio dovrebbero studiare le opere storiche di Thierry, Guizot, John Wade ecc., per informarsi sulla passata “storia delle classi”. Dovrebbero prendere conoscenza degli elementi primi dell’economia politica, prima di mettersi a criticare la critica dell’economia politica. Per esempio basta aprire la grande opera di Ricardo per trovare in prima pagina le parole con cui egli apre la prefazione.

“Il prodotto della terra, tutto quanto viene ottenuto dalla sua superficie con l’applicazione unita di lavoro, macchine e capitale, si distribuisce tra tre classi della comunità; cioè il proprietario della terra, il proprietario del capitale necessario a coltivarla, e gli operai con il cui lavoro la terra viene coltivata”.

Ora, quanto poco la società borghese sia maturata negli Stati Uniti per rendere evidente e comprensibile la lotta delle classi, di ciò fornisce la dimostrazione più brillante C. H. Garey (di Philadelphia), l’unico importante economista nordamericano. Egli attacca Ricardo, il rappresentante più classico della borghesia e l’avversario più stoico del proletariato, come un uomo la cui opera sarebbe l’arsenale per gli anarchici, i socialisti, insomma per tutti i nemici dell’ordinamento borghese. Egli rimprovera non solo a lui ma anche a Malthus, MilI, Say, Torrens, Wakefield, MacCulloch, Senior, Whaiely, R. Jones ecc., questi capifila dell’economia in Europa, di dilaniare la società e di preparare la guerra civile, quando dimostrano che i fondamenti economici delle varie classi debbono provocare tra loro un antagonismo necessario e sempre crescente. Egli cerca di confutarli, non certo come lo sciocco Heinzen collegando l’esistenza delle classi all’esistenza di privilegi e monopoli politici, bensì cercando di dimostrare che le condizioni economiche: rendita (proprietà fondiaria), profitto (capitale) e salario (lavoro salariato), invece di essere condizioni della lotta e dell’antagonismo, sono piuttosto condizioni di associazione ed armonia. Naturalmente egli non fa che dimostrare che le condizioni “non sviluppate” degli Stati Uniti sono per lui le “condizioni normali”.

Per quanto mi riguarda, non a me compete il merito di aver scoperto l’esistenza delle classi nella società moderna e la loro lotta reciproca. Molto tempo prima di me, storiografi borghesi hanno descritto lo sviluppo storico di questa lotta delle classi ed economisti borghesi la loro anatomia economica. Ciò che io ho fatto di nuovo è stato: 1) dimostrare che l’esistenza delle classi è legata puramente a determinate fasi storiche di sviluppo della produzione; 2) che la lotta delle classi conduce necessariamente alla dittatura del proletariato; 3) che questa dittatura medesima non costituisce se non il passaggio all’abolizione di tutte le classi e a una società senza classi. Mascalzoni ignoranti come Heinzen, i quali non solo negano la lotta, ma persino l’esistenza delle classi, dimostrano soltanto, nonostante i loro latrati sanguinari e le loro pose umanistiche, di ritenere le condizioni sociali nelle quali la borghesia domina come il prodotto ultimo, come il non plus ultra della storia, di non essere che servi della borghesia, una servitù che è tanto più ripugnante, quanto meno questi straccioni riescono a capire anche solo la grandezza e la necessità transitoria del regime borghese stesso. …

domenica 4 febbraio 2018

PER IL SINDACATO DICLASSE ROSSO MARX ENGELS LENIN

image


PER IL SINDACATO DI CLASSEROSSO


MARX ENGELS LENIN

IL MONUMENTO DEL PENSIERO COMUNISTA INESAURIBILE PER LO SVILUPPO DEGLI OPPRESSI



LA LOTTA DÌ CLASSE E LA VIA MAESTRA

FARE SINDACATO DÌ CLASSE ROSSO È E DEVE ESSERE UN'IDEALE DÌ VITA CONTRO LA SOCETA CAPITALISTA IMPERIALISTA DEI PARTITI AL POTERE QUESTA SOCIETÀ, È FONDATA SUL LAVORO SALARIATO=MERCE=PROFITTO NOI LOTTIAMO PER ABBATTERLO E PER COSTRUIRE UNA SOCIETÀ FONDATA SUL LAVORO CHE PRODUCE PER LA DISTRIBUZIONE EQUA DELLA PRODUZIONE = DEI BENI PRODOTTI COSTRUIAMO IL SINDACATO DICLASSE! ILQUARTIERE NEL TERRITORIO LAVORATORE FAI DÌ TE IL MOTORE DELLA LOTTA DÌ CLASSE PER LA CONQUISTA DEI TUOI DIRITTI SENZA MISERIA NÉ SFRUTTAMENTO, NÉ SFRUTTATOR INÉ SFRUTTATI LA LOTTA D’ICLASSE È LA VIA MAESTRA PER LA CONQUISTA DÌ UN NUOVO MONDO CONQUISTIAMO I VALORI E GLI IDEALI DÌ UNA SOCIETÀ DÌ CLASSE. IL TEMPO CI DARÀ RAGIONE!

SI COBAS- PREFERIAMO LA VIA DELLA LOTTA CHE LA VIA DELLA CONCILIAZIONE

Da Windows Live Writer

Per un 2018 di riscossa, giustizia e ramazza proletaria...

1921, il compagno Lenin spazza via l’immondizia dal mondo

Piccolo gruppo compatto, noi camminiamo per una strada ripida e difficile tenendoci con forza per mano. Siamo da ogni parte circondati da nemici e dobbiamo quasi sempre marciare sotto il fuoco. Ci siamo uniti, in virtú di una decisione liberamente presa, allo scopo di combattere i nostri nemici e di non sdrucciolare nel vicino pantano, i cui abitanti, fin dal primo momento, ci hanno biasimato per aver costituito un gruppo a parte e preferito la via della lotta alla via della conciliazione. Ed ecco che taluni dei nostri si mettono a gridare: " Andiamo nel pantano! ". E, se si incomincia a confonderli, ribattono: " Che gente arretrata siete! Non vi vergognate di negarci la libertà d’invitarvi a seguire una via migliore? ". Oh, sí, signori, voi siete liberi non soltanto di invitarci, ma di andare voi stessi dove volete, anche nel pantano; del resto pensiamo che il vostro posto è proprio nel pantano e siamo pronti a darvi il nostro aiuto per trasportarvi i vostri penati. Ma lasciate la nostra mano, non aggrappatevi a noi e non insozzate la nostra grande parola della libertà, perché anche noi siamo " liberi " di andare dove vogliamo, liberi di combattere non solo contro il pantano, ma anche contro coloro che si incamminano verso di esso.... Tratto da:

V.I. Lenin il "Che fare?" scritto tra l’autunno 1901 e il febbraio 1902, pag.39 ediz.Editori Riuniti del Luglio1977.

martedì 5 dicembre 2017

martedì 21 marzo 2017

LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE. RUSSIA 1917

La Rivoluzione Russa: l`insurrezione di febbraio

Risultati immagini per i cento anni della rivoluzione russa

 

 

 

domenica 29 gennaio 2017

COMPAGNO MARIANO

 

mariano 086

Compagno Mariano

No Elcon in lutto per Mariano Palettò

Martedì 24 gennaio il nostro compagno Mariano si è spento dopo aver lottato per più di due anni contro la malattia che lo aveva colpito. Negli ultimi anni è stato parte fondamentale dell'Assemblea Popolare No Elcon, sempre in prima fila in tutti i momenti che hanno contraddistinto la nostra lotta vincente contro Elcon e quella che abbiamo intrapreso successivamente contro scarichi in deroga e per la bonifica del polo chimico.

Invitiamo tutti alla commemorazione che avverrà venerdì 27 gennaio alle ore 9.45 al Circolo di Iniziativa Proletaria  "G. Landonio" - piazzale antistante - in via Stoppani 15 a Busto Arsizio (quartiere Sant'Anna) a poca distanza uscita autostrada Laghi A8 e superstrada per Malpensa.

Assemblea Popolare No Elcon

sabato 28 gennaio 2017

Addio al compagno Mariano Pauletto

RIVOLUZIONE COMUNISTA
F o g l i o m u r a l e a c u r a d e l l ’ E s e c u t i v o C e n t r a l e Proletari di tutti i paesi unitevi!
RIVOLUZIONE

 

A LUTTO LE BANDIERE DI RIVOLUZIONE COMUNISTA PER LA FINE SOFFERTA DEL COMPAGNO MARIANO PAULETTO
(Comunicato dell’Esecutivo Centrale)
Ai compagni, agli operai e ai giovani combattivi, a tutti i lavoratori e lavoratrici
Comunichiamo che oggi 24 gennaio 2017 nel pomeriggio alle 15,30 si è spento presso la struttura sanitaria di Cuggiono, ove era ricoverato da una decina di giorni, il compagno Mariano Pauletto.
Mariano era nato a Mossano (Vi) il 20 ottobre 1951. Da alcuni anni era stato colpito dal “male del secolo” e lentamente e ineluttabilmente, nell’impotenza
e venalità della medicina ufficiale, ha
dovuto piegarsi alla micidialità di questo “male”. La scomparsa del compagno Mariano è una perdita incolmabile per i suoi familiari (la sua compagna e i due figli), per la nostra organizzazione, per
il movimento operaio e rivoluzionario
del nostro paese cui egli ha dedicato quasi cinquant’anni della sua vita.

 

image

Varesotto. Ci vorrà tempo e pazienza per raccogliere i frutti della sua lenta semina.
Il compagno Mariano è stato una colonna, militante e dirigente, di Rivoluzione Comunista. Per più di quarant’anni è stato il perno di tutta l’attività centrale dell’organizzazione che, a seconda delle
fasi, si è dispiegata al Nord e al Sud (si veda la Storia di Rivoluzione Comunista 2a edizione 2002). Ed il fulcro del lavoro teorico-redazionale e editoriale che dopo un decennio di ricerche ha portato alla stesura e pubblicazione alla fine del 2015 del V° volume della storia documentaria del movimento comunista italiano incentrato sul Congresso di Lione del 1926 del Partito Comunista d’Italia. Vedremo più avanti di prendere le iniziative adeguate per dare al nostro compagno i riconoscimenti che merita. Per il momento abbruniamo le nostre bandiere ed invitiamo compagni giovani lavoratori a partecipare ai funerali che si terranno nei prossimi giorni e di cui daremo modalità e orari.
Milano – Busto Arsizio, 24/11/2017
L’Esecutivo Centrale di RIVOLUZIONE COMUNISTA SEDI DI RIVOLUZIONE COMUNISTA MILANO: Piazza Morselli, 3 aperta il mercoledì dalle 19 e il giovedì dalle 21,15; la Commissione Operaia si riunisce il lunedì dalle 21,30
e l’Attivo Femminile si riunisce alle 19 presso il Circolo Saverio Saltarelli
Via Salvo d’acquisto,9 (zona Baggio).
BUSTO ARSIZIO: VIA Stoppani,15 (quartiere Sant’Anna) presso il Circolo
di Iniziativa Proletaria Giancarlo Landonio aperta il lunedì martedì
venerdì dalle ore 21.
Sito Internet:
http://digilander.libero.it/rivoluzionecom
E-mail: rivoluzionec@libero.it
RIVOLUZIONE COMUNISTA
F o g l i o m u r a l e a c u r a d e l l ’ E s e c u t i v o C e n t r a l e
Proletari di tutti i paesi unitevi!
RIVOLUZIONE COMUNISTA
Fondatore e responsabile dell’ultraquarantennale Sezione di Busto Arsizio egli è stato il promotore l’organizzatore di tutte le battaglie d’avanguardia operaie proletarie rivoluzionarie del Bustese e del

venerdì 6 gennaio 2017

dall'origine dell’universo alla comparsa dell'uomo

 

comprendere le proprietà dell'antimateria è qualcosa che potrebbe consentirci di comprendere l'Universo, le sue origini e persino la nostra stessa esistenza nella forma che conosciamo.”

Osservato per la prima volta lo spettro dell’antimateria: cos’è e cosa significa
Il gruppo di ricerca ALPHA del CERN di Ginevra ha compiuto un passo avanti nello studio dell'antimateria e dell'Universo, ottenendo il primo spettro di un atomo di anti-idrogeno.
22 DICEMBRE 2016  13:16 di Daniele Gambetta

in foto: Il gruppo di ricerca ALPHA – Foto: Maximilien Brice/CERN

Come riportato su un articolo di Nature, i ricercatori dell'esperimento ALPHA del CERN di Ginevra sono riusciti, per la prima volta, a studiare lo spettro di un atomo di anti-idrogeno. In altre parole, grazie ad un fascio luminoso sono riusciti ad ottenere un “identikit” di un atomo di antimateria, ossia la materia le cui particelle hanno la stessa massa ma carica elettrica opposta rispetto a quelle della materia. Dai risultati emerge la prima verifica sperimentale di quella che prima era solo un’ipotesi: lo spettro ricavato infatti non mostra differenze rispetto allo spettro di un atomo di idrogeno, a conferma delle teorie fisiche oggi considerate valide. "L'obiettivo era capire se l'antiatomo funziona come un atomo", ha dichiarato Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn),.

Ma facciamo un passo indietro. L'antimateria è la materia costituita dalle cosiddette antiparticelle, uguali per massa alle particelle ordinarie, ma con alcuni "numeri" di segno opposto, come la carica elettrica. Le leggi che governano le combinazioni di antiparticelle per formare antielementi e antimolecole sono simmetriche rispetto a quelle che governano la materia. Quando una particella e un'antiparticella vengono a contatto si verifica il cosiddetto fenomeno di annichilazione, nel quale la materia si trasforma in radiazione (o per dirla in modo informale, sparisce). Quello che sappiamo è che agli albori dell’Universo, poco dopo il Big Bang, materia e antimateria esistevano in quantità pressochè simili. Tuttavia oggi la materia è quasi onnipresente nell’Universo, a dispetto dell’antimateria che è praticamente introvabile. Se le cose fossero andate diversamente, e la materia e l’antimateria si fossero annichilite maggiormente, l’Universo non sarebbe quello che conosciamo, e quasi certamente la vita non sarebbe stata possibile. Tuttavia le ragioni che hanno portato a questa situazione sono tutt’ora un mistero e oggetto di studio.

Studiare l'antimateria dunque, può aiutarci anche nella comprensione della storia del nostro Universo. La difficoltà principale nello studio dell'antimateria è che oltre ad essere impossibile da trovare, se questa viene a contatto con la materia si annichilisce. Gli scienziati di Ginevra, per compiere il loro esperimento, hanno prima creato le antiparticelle in laboratorio, e poi utilizzato forti campi magnetici per intrappolarle in un vuoto: in questo modo è stato possibile conservare le antiparticelle per 15 minuti, tempo sufficiente per illuminarle con un raggio laser da cui ricavarne lo spettro in uscita.

"Utilizzare un laser per osservare la transizione in anti-idrogeno e compararla all'idrogeno per vedere se entrambi obbediscano alle stesse leggi della fisica è sempre stato un obiettivo chiave per la ricerca sull'antimateria", spiega Jeffrey Hangst, portavoce del progetto ALPHA. "Siamo davvero felicissimi di essere finalmente in grado di dire che l'abbiamo fatto. Per noi è qualcosa di davvero grosso. In effetti, è qualcosa di grosso per chiunque: comprendere le proprietà dell'antimateria è qualcosa che potrebbe consentirci di comprendere l'Universo, le sue origini e persino la nostra stessa esistenza nella forma che conosciamo.”

continua su: http://scienze.fanpage.it/osservato-per-la-prima-volta-lo-spettro-dell-antimateria-cos-e-e-cosa-significa/
http://scienze.fanpage.it/

 
 
 

Le frasi di Margherita Hack

Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013) è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana contemporanea ed è nota a livello mondiale per gli importanti studi da lei svolti nell’ambito dell’astrofisica. È stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale

clip_image001

Le frasi di Margherita Hack

Tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli.

Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile.

E’ così bello fissare il cielo e accorgersi di come non sia altro che un vero e proprio immenso laboratorio di fisica che si srotola sulle nostre teste.

Non potete neanche immaginare quanto sia divertente capire come funziona una stella. E il bello è che tutte queste cose si possono studiare anche senza lasciarsi divorare dalle solite eterne domande intrise di presunzione: «Chi siamo noi? Da dove veniamo? Qual è il senso della nostra vita? Cosa ci aspetta dopo la morte?».

Nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire.

I neutrini hanno superato la luce, ma non portano informazioni. Almeno per il momento, quindi, i viaggi interstellari li lasciamo alla fantascienza.

L’etica di un non credente è più pura e disinteressata di quella di un credente che si comporta bene perché spera nella ricompensa e teme la punizione nell’aldilà.

Penso che il cervello sia l’anima, non credo alla vita dopo la morte e tanto meno a un paradiso in versione condominiale, dove reincontrare amici, nemici, parenti, conoscenti.

Il compito della scienza è cercare di capire quali siano le leggi che regolano l’universo, la nostra vita, i nostri pianeti, senza ricorrere a Dio. Ricorrendo a Dio non c’è più bisogno di scienza. È come se Dio ci desse da fare le parole crociate, tanto poi se non si fanno, spiega tutto lui. Il compito della scienza è proprio quello di fare a meno di Dio. Cercare di capire con la propria ragione.

L’etica degli atei, che non credono in nessuna entità superiore non meglio definita, ma solo nel dato di fatto dell’esistenza della materia che origina le strutture presenti nell’Universo, da cui si originano anche gli esseri viventi.

La scienza ci dice il come, ma non il perché. Sappiamo come è fatto e cos’è avvenuto durante il Big Bang, che è stato il principio o una fase dell’universo, ma non possiamo sapere perché c’è la materia, perché da una zuppa di atomi e particelle si è arrivati agli elementi, alle stelle e agli esseri viventi. Per la scienza questi sono dati di fatto, ma non ci sono spiegazioni.

Non pensi quale meraviglia sia il corpo di un essere vivente, e quale stupefacente meccanismo racchiude? Pensa alla capacità del suo cervello di elaborare pensieri, ai suoi occhi di percepire le cose, ai suoi orecchi di udire i suoni, al suo cuore di pulsare, ai suoi polmoni di assorbire l’aria, ai suoi reni di filtrare il sangue.

Credo che scienza e fede operino su due piani completamente diversi: la scienza si basa sull’esperimento, sull’osservazione e sull’interpretazione dei fatti tramite le conoscenze della fisica, quindi si basa sulla ragione. La fede è invece, per l’appunto, un atto di fede: la fede uno ce l’ha o non ce l’ha.

Il sole ha cinque miliardi di anni, e si valuta che resterà invariato – cioè irraggerà la stessa quantità di energia – per circa altri cinque miliardi di anni, e quindi la terra potrà ospitare la vita, se non ci distruggiamo prima, per altri cinque miliardi di anni.

Come faceva notare il filosofo latino Seneca, se le stelle, anziché brillare continuamente sopra le nostre teste, fossero visibili solo da un particolare luogo del pianeta, tutti vorrebbero andarci per assistere allo spettacolo.

Anche il calcio delle nostre ossa e il ferro del nostro sangue sono il prodotto della fine esplosiva delle supernovae.

Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle; tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio, sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle.

La struttura materiale e meravigliosamente complessa del cervello è l’hardware che i nostri computer cercano di imitare, mentre tutte le esperienze che si vanno accumulando, da quando si nasce a quando si muore, formano un software in continua evoluzione, che noi chiamiamo anima.

Gli antenati, credevano che l’universo fosse una cupola e si domandavano il perché delle stelle e dei pianeti. Attraverso i secoli siamo riusciti a definire sempre più che cos’è l’universo, ma restano ancora tanti misteri, alcuni dei quali, potrebbero essere anche falsi misteri. Per esempio le ipotesi sull’energia oscura.

Io non mi ritengo così indispensabile e cruciale da anteporre le curiosità sulla mia piccola esistenza a quelle sulla complessità dell’universo. Sarebbe come cercare di nascondere un branco di elefanti dietro a una foglia di fico.

Il numero di specie che scompare ogni giorno in conseguenza dell’inquinamento, dell’occupazione del territorio da parte dell’uomo, della caccia e pesca con mezzi sempre più invasivi ci prospetta un futuro sempre più povero di esseri viventi, in cui l’uomo sopravviverà nutrendosi di animali e vegetali cresciuti in modo sempre più innaturale. Chimica e medicina aiuteranno l’uomo ad adattare il suo fisico e i suoi bisogni spirituali a un pianeta sempre più disumano.

Il divertimento della ricerca scientifica è anche trovare sempre altre frontiere da superare, costruire mezzi più potenti d’indagine, teorie più complesse, cercare sempre di progredire pur sapendo che probabilmente ci si avvicinerà sempre di più a comprendere la realtà, senza arrivare mai a capirla completamente.

 
 
 
 

Materialismo

 
 
imageimageimage
 
 
 
 

Materialismo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Ci dicono con tono grave che «non c'è effetto senza causa»; ci ripetono ogni momento che «il mondo non si è fatto da sé». Ma l'universo è una causa, non è per niente un effetto. Non è per niente un'opera, non è stato per niente «fatto», poiché era impossibile che lo fosse. Il mondo è sempre esistito; la sua esistenza è necessaria. (...) La materia si muove per la sua propria energia, per una conseguenza necessaria della propria eterogeneità. »

(Paul Henri Thiry d'Holbach, Il buon senso, ossia idee naturali opposte alle soprannaturali; paragrafo 39)

Il materialismo è la concezione filosofica solitamente monista per la quale l'unica realtà che può veramente essere detta esistere è la materia e tutto deriva dalla sua continua trasformazione.[1] Ciò vale a dire che, fondamentalmente e sostanzialmente, tutte le cose hanno una natura materiale; ovvero che il fondamento e la sostanza della realtà sono materiali.

Questa concezione si contrappone al dualismo tra materia e spirito (spiritualismo) e al monismo non materialista di alcune filosofie e religioni, per cui lo spirito è realtà unica, o, in maniera più sfumata, alle concezione dove non esiste alcuna divisione tra materia e spirito. Secondo questa filosofia, le realtà definite spirituali non esistono (sono solo parole che definiscono le sensazioni prodotte da impulsi fisici) oppure sono anch'esse, come in Epicuro[1], composte da materia più leggera.[2]

Nella misura in cui si oppone all'esistenza di alcuna realtà non materiale, il materialismo è spesso inteso quasi come sinonimo di ateismo. Tuttavia in un senso più ristretto si può definire come materialista una concezione ontologica secondo la quale l'unica sostanza esistente è la materia, nelle sue varie forme. In questo senso, si può parlare persino di materialismo religioso, laddove si neghi l'esistenza dell'anima come sostanza distinta dal corpo, come ad esempio in alcune filosofie induistiche e in alcune teologie (minoritarie) ebraico-cristiane (secondo le quali il concetto di anima è un inserto estraneo di derivazione greca del quale si potrebbe fare a meno).

Marx ed Engels [modifica | modifica wikitesto]

Partendo da ambienti e retroterra culturali differenti i due si incontrano a Parigi nell'agosto del 1844 e ne nasce quello straordinario sodalizio che si traduce in un'altrettanto straordinaria svolta, se non per la filosofia in quanto tale, certamente per la sociologia e la politica europea del tempo. Per quanto l'apporto sia diseguale e indubbiamente Marx emerga come colui che dà il maggior contributo, anche Engels ha parte notevole nell'elaborazione, specialmente per sistemazioni e definizioni che sono quelle passate alla storia. Le definizioni di Materialismo Storico e Materialismo Dialettico sono infatti coniate da Engels e costituiscono le cornici in cui si delinea tale straordinaria ed epocale prospettiva socio-economica tutta tedesca ed antiilluministica, che ignora quasi completamente i precedenti storici apparsi in Francia all'inizio del Settecento.

 
 

Karl Marx

Materialismo storico   è la definizione con cui Engels sintetizza e definisce il sistema di pensiero avanzato dall'amico Marx. L'aggettivo storico sta ad indicare che è attraverso la storia che la realtà si fa e diventa quello che è. Una realtà però non ontologica ma esclusivamente antropologica, perché per Marx l'unica realtà indagabile e da indagare è l'umanità nel suo costituirsi in società. E l'umanità socializzata è costituita, essenzialmente", dai rapporti di produzione tra i suoi componenti. Sono i rapporti di produzione, la gerarchia del lavoro, i privilegi del datore di lavoro, le condizioni dell'esecutore di lavoro, che formano la coscienza sociale, che è l'unica forma di coscienza da prendere in considerazione. Questa concezione dell'uomo e del rapporto tra uomini in quanto società trova la sua prima formulazione coerente in L'ideologia tedesca del 1846. Troverà ulteriori sviluppi nella Critica dell'economia politica del 1859, e la sua più ampia ed esauriente esposizione. Marx qui afferma: "l'insieme dei rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, che è il fondamento reale su cui è costruita la sovrastruttura giuridica e politica a cui corrispondono le forme della coscienza."" Nel Capitale, di cui Marx riuscirà a pubblicare solo il 1° libro (1867), mentre i successivi appariranno a cura di Engels tra il 1885 e il 1894, tali concetti trovano ulteriori sviluppi e formalizzazioni di carattere economico. Nel materialismo storico si realizza quindi, da un lato, la totale adesione di Marx al pensiero di Hegel, ma da un altro lato si compie anche il suo distacco da lui, che può venire sintetizzato nel capovolgimento "storico" del concetto di coscienza. Per Hegel, infatti, è la coscienza che determina l'uomo e il suo configurarsi come società, nel marxismo sono invece le modalità del costituirsi del "sociale" a determinare la coscienza dell'uomo che vi si inserisce; è la società che fa l'uomo e non l'uomo che fa la società.[1]

Il Materialismo dialettico  è invece la teoria socio-economica assunta a dottrina ufficiale del comunismo in quanto (hegelianamente) teoria "dialettica" del divenire storico. I principi di essa sono posti da Engels sulle orme di Marx e poi ratificati da Lenin. È nel 1878 che Engels nel suo Antidüring evidenzia le due grandi scoperte di Marx, la prima relativa alla materialità dell'evolvere storico e la seconda come legge del plusvalore quale modalità di sviluppo del potere capitalistico. Egli ribadisce anche come la matrice di tutto ciò fosse in Hegel, ma che vada "capovolto", in maniera che le tesi di Hegel da fumose com'erano nelle sue esposizioni rivelino la loro profonda verità attraverso Marx. Ne derivano tre principi sociologici fondamentali: 1º, che la qualità è convertibile in quantità e viceversa; 2º, che gli opposti si compenetrano; 3º, che la negazione può essere a sua volta negata. In Dialettica della natura (uscita postuma nel 1925) Engels spiega meglio che il primo principio significa che aggiungendo o togliendo materia cambia la qualità. Il secondo che la materia è continuità e unità nella variazione. Il terzo che ogni sintesi è causa di nuove sintesi. Il materialismo dialettico è quindi una "dialettica della natura" sulla base del modello hegeliano, ma tradotta in un evoluzionismo che è della natura, ma di una natura di cui l'uomo è protagonista e gestore, e che attraverso il comunismo può realizzare al meglio il suo essere uomo.[1]

Lenin[modifica | modifica wikitesto]

Lenin, le cui teorie verranno applicate da lui stesso alcuni anni dopo, nel XX secolo, nella Rivoluzione d'ottobre, da parte sua così traduceva i tre principi di Engels in Materialismo ed Empiriocriticismo del 1909: 1º, la realtà non è un prodotto della coscienza ed esiste indipendentemente da essa; 2º, la "cosa in sé" corrisponde al fenomeno e solo quando non si conosce adeguatamente il fenomeno si ipotizza una cosa in sé; 3º, la conoscenza è un procedere "dialettico" continuo e mai compiuto. In realtà Lenin si pone il problema di conciliare la base teorica del comunismo con l'evolvere della fisica del tempo. Il materialismo va perciò sottratto a interpretazioni non materialisticamente ortodosse. Con ciò egli però sottintende anche che il concetto ontologico di materia va distinto dal suo concetto storico (marxiano). La scienza può guardare alla materia secondo i "suoi" canoni, ma la filosofia comunista deve considerarla in maniera più complessa, perché nell'esperienza umana vi è anche qualcosa di pensabile come "spirituale" che va ricompreso nel "materiale" ragionando in modo dialettico. La materia va vista come il fondamento vero ed ultimo di ogni esperienza e fatto percepibile dall'uomo e presente alla sua coscienza.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

martedì 8 novembre 2016

Il più grande avvenimento del 20°secolo rimane la rivoluzione d’ottobre del 1917

Il 25 ottobre 1917(calendario Giuliano) è l’anniversario della rivoluzione russa, il più vasto e grandioso esempio di Stato rivoluzionario. Il partito comunista russo, guidato da Lenin,

in pieno collasso militare della Russia zarista e liberale, dà l’assalto al palazzo del governo.

Caccia i liberali e i fautori dello zar. E proclama il potere dei soviet: dei consigli degli operai,  dei soldati e dei contadini. Inizia cosi la più grande esperienza storica del proletariato al potere.I primi due provvedimenti presi dal partito bolscevico (si chiamava così il

partito russo) al potere sono: il ritiro dal fronte di guerra, con il proclama della pace senza annessioni; e la concessione della terra ai contadini. Seguono settimane alacri di riorganizzazione della vita economica e sociale, della famiglia, esercito, giustizia, ecc. Vengono emanate tutta una serie di provvedimenti a tutela della donna e dell’infanzia. La scuola viene radicalmente riorganizzata.

Lenin diceva che il grande merito del proletariato russo era quello di

avere, con la rivoluzione, spezzato l’anello debole del sistema imperialistico mondiale e che la Russia arretrata aveva bisogno, per poter realizzare il contenuto del programma comunista, della solidarietà e dell’appoggio del proletariato avanzato dei paesi europei (Germania, Francia,Italia, ecc.). Perciò la prospettiva dei rivoluzionari russi era quella di stimolare la rivoluzione europea,

perché solo la cooperazione del proletariato europeo con quello russo avrebbe potuto garantire lo sviluppo della Russia sovietica.

Tanti avvenimenti hanno segnato il secolo scorso e i primi anni del 2000, ma la RIVOLUZIONE D’OTTOBRE  resta insuperabile. E’ una rivoluzione  che non muore mai, come le grandi Rivoluzioni  della storia. Pertanto: I dieci giorni che sconvolsero il mondo non sono un ricordo del passato ma un esempio vivente per il futuro.

CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA GIANCARLO LANDONIO
VIA STOPPANI,15 -21052 BUSTO ARSIZIO –VA-
(Quart. Sant’Anna dietro la piazza principale)
a poca strada dall'uscita autostrada A8.

e-mail: circ.pro.g.landonio@tiscali.it

Lenin's speech: The Middle Peasants ☭ Ленин: О крестьянах-середняках

Живой Ленин - Alive Lenin

Nathalie Cardone Comandante Che Guevara Hasta Siempre

l'Internazionale V.I.Lenin discorso all'Armata Rossa

domenica 15 novembre 2015

Ma solo noi marxisti rivoluzionari possiamo dirlo con legittimità storico-sociale.

-------------------------------------------

                         CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA

GIANCARLO LANDONIO

VIA STOPPANI,15 -21052 BUSTO ARSIZIO –VA-

(Quart.Sant’Anna dietro la piazza principale)

e-mail: circ.pro.g.landonio@tiscali.it

Nota + archivio doc. storici affissi e diffusi in prov. di Varese anno 2015.

Il governo francese sta reagendo agli attentati sfoderando, in nome di Liberté, Égalité, Fraternité (in lingua italiana Libertà, Uguaglianza, Fratellanza)

il truce e consumato armamentario terroristico reazionario e minacciando col plauso dei governi europei e della potenza declinante USA, nuove e più gravi misure assassine sicuritarie.

Il ministro Alfano, mentre sale in più punti la schiuma nazional-razzista, prepara alacremente come nel gennaio scorso (dopo l’attentato al settimanale satirico Charlie Hebdo )

un nuovo pacchetto di misure sicuritarie centrato sul potenziamento della sorveglianza sui “sospettati” - inglobamento già in corso della “Direzione nazionale anti-terrorismo” nella “Superprocura antimafia” -  pene fino a 10 anni e oltre per chi va sui teatri di guerra… Abbasso i viscerali rigurgiti reazionari e le minacce di nuove e più gravi misure sicuritarie. Abbasso il fanatismo islamico reazionario. Ma solo noi marxisti rivoluzionari possiamo dirlo con legittimità storico-sociale. Ogni forma di violenza sanguinaria che si ispiri a una fede religiosa o a idee reazionarie va condannata e combattuta, non in nome di ipocriti richiami umanitari, ma in nome degli interessi di classe e della giustizia proletaria.

I fanatici Kamikaze attentatori di Parigi al servizio e al soldo del cosidetto “Califfato” meritano la nostra severa condanna; non quella infame e ipocrita di ultra-reazionari statisti e governanti borghesi imperialisti - colonialisti - oppressori e razzisti di tutto il mondo!! Il "terrorismo islamico" ha messo radici in Europa in quanto il proletariato non ha messo ancora all'ordine del giorno la rivoluzione comunista.
Attaccare le macchine belliche terrorizzanti di ogni potenza imperialistica.
Battersi per il potere proletario.

Busto Ars. 14 novembre 2015.

lunedì 17 agosto 2015

Protesta al villaggio Tav: “Per lasciare i container dateci case decenti”

 
Protesta al villaggio Tav: “Per lasciare i container dateci case decenti”

I residenti contestano le alternative. La replica dell’assessore: “Sono agibili, sbagliato non accettarle”

Domenica il pesidio in dei residenti davanti al Villaggio Tav di via Alberto da Giussano

11/08/2015

ROBERTO LODIGIANI

NOVARA

Vorrebbero abbandonare i container del campo Tav-villaggio Emmaus ma i residenti sostengono che le alternative che gli vengono proposte sono spesso alloggi non abitabili. A Khalal Abdelmajid con moglie e due figli è stato offerto l’alloggio al pianoterra di via Fratelli di Dio: «Ho fatto le fotografie a quell’appartamento e ho chiamato l’Asl per un sopralluogo - dice -. L’esito è stato che 45 metri quadrati sono sufficienti per 3 persone. Inoltre la presenza di muffa e umidità denota carenza igienica». Molisny Bouabid ha visionato l’appartamento di via Bonola: «L’intonaco era cadente e non me la sono sentita di trasferire in modo permanente la famiglia. Così sono rientrato alla Tav. La risposta alla mancata accettazione è stata la rimozione dalla graduatoria e lo sfratto pure dalla Tav». La situazione di Haddane Radouane coinvolge anche il padre invalido dopo un incidente in motorino: «Mio padre è alla casa di riposo “I Tigli”. Aveva un lavoro all’Esselunga di Biandrate. Ora con mia mamma e mio fratello più piccolo abbiamo avuto lo sfratto dalla Tav malgrado da due anni ci abbiano promesso una casa». La disponibilità di Lotfi Aissaoui è totale: «Mi diano un alloggio da sistemare. I lavori edili li faccio gratis con le mie mani».

Youssef Sbiri: «Perché gli alloggi migliori vengono assegnati a coloro che sulla base della Isee non ne avrebbero diritto?». Kalid Hammada chiede aiuto: «Ho avuto una emorragia cerebrale e sono stato in ospedale per mesi. Dopo lo sfratto da corso Torino sono stato internato con la mia famiglia al campo Tav. Da 18 anni pago i contributi sulla mia attività lavorativa da giardiniere. Credo di essermi meritato un aiuto in un momento di difficoltà». L’assessore comunale Elia Impaloni: «Le case offerte e rifiutate non erano inagibili. Una delibera apposita dell’Atc specifica che vista l’emergenza casa attuale avrebbero assegnato anche a nuclei di 4 persone alloggi con metrature leggermente più ridotte. Rifiutare un alloggio, nel momento in cui vivi in una situazione abitativa di estrema emergenza, è una scelta impropria. Accettare poteva significare anche fare domanda di trasferimento successivamente in un alloggio più consono».  

 
“Ecco perché hanno rifiutato gli alloggi offerti dal Comune”

Novara, la risposta dopo la protesta di alcuni abitanti del villaggio Tav: c’è chi non ha nemmeno visionato l’alternativa ai container

Alcuni dei container del villaggio Tav

15/08/2015

ROBERTO LODIGIANI

NOVARA

Al servizio «Casa e patrimonio» del Comune di Novara, guidato dal dirigente Marco Brusati, l’hanno definita «Operazione giustizia sociale». Si tratta di offrire aiuti concreti alle famiglie in difficoltà economiche così da permettere loro di lasciare i container del Campo Tav-Villaggio Emmaus e trovare una sistemazione in case di edilizia pubblica o privata. Le offerte però non sempre vengono valutate positivamente e c’è anche chi si concede il lusso di rifiutare. «Alcuni nuclei familiari - dice il dirigente Marco Brusati - in precedenza erano risultati assegnatari di alloggi di emergenza che però hanno rifiutato per motivazioni tra le più varie. Due adulti e un minore, avrebbe potuto occupare l’alloggio di emergenza in piazza Tornielli 5 di 2 vani più servizi: ha preferito rifiutarlo senza nemmeno visionarlo e senza fornire alcuna spiegazione».  

«Avrò paura dei ladri»

Altro caso: «Alla famiglia Housni, 2 adulti e 3 minori, è stata assegnata l’abitazione in via Bonola 20 di 3 vani più servizi: dopo il sopralluogo ci è giunto un rifiuto scritto perché i locali sono “al piano rialzato e la moglie teme che di notte, quanto il marito lavora, entrino i ladri”». Il campionario dei dinieghi è sconfinato: «Il nucleo familiare El Melhaouy, 2 adulti con 2 minori, ha rinunciato alloggio di emergenza in via Fratelli di Dio 6 di 2 vani oltre servizi scrivendo che la superficie disponibile sarebbe troppo piccola». 

«Qui manca l’ascensore»

I Sassi, 3 adulti e 2 bambini, assegnatari di alloggio di emergenza di 3 vani in via San Bernardino da Siena, hanno rifiutato per iscritto perché doveva andare al 4° piano senza ascensore e nel nucleo familiare ci sarebbe una persona di 64 anni con patologie invalidanti. Questo senza però produrre la documentazione che attesti l’invalidità e non fornendo la certificazione Isee». Khalal (2 adulti con 2 bambini) ha avuto a disposizione due appartamenti di emergenza, in piazza Santa Caterina (2 vani) e successivamente in via Fratelli Rosselli (2 vani). La prima soluzione abitativa è stata rifiutata per iscritto perché scomoda per mandare a scuola i bambini. Il secondo alloggio non andava bene per la presenza di muffa sebbene l’Asl l’avesse dichiarato agibile. 

Riassegnazioni e altri aiuti

Entrambe le case sono state riassegnate e quella di via Fratelli Rosselli è andata a una famiglia italiana: «Vengono rigettate le case di emergenza ma anche quelle cosiddette popolari: «Il signor Bouctifa - dice il dirigente Brusati - ne era assegnatario e con possibilità di scelta della tipologia. Seppur sollecitato più volte per iscritto, non ha mai prodotto la documentazione prevista per l’assegnazione e non si è mai presentato». Ci sono diverse opportunità per abbandonare i container della Tav: «Haddane ha reddito Isee basso e non è stata emessa decadenza. Si sta valutando l’accompagnamento per trovare un alloggio sul mercato privato utilizzando i contributi regionali e integrativi comunali. La madre si è detta favorevole. Negli ultimi due anni il Comune ha integrato la retta per ricoverare il padre invalido alla residenza Ai Tigli. Sbiri ha presentato un documento Isee con cifra alta: non gli consente di rimanere alla Tav. Lo assistiamo per una sistemazione privata, supportando il pagamento dell’affitto con contributi regionali e comunali». Altri resteranno all’area ex Tav: «Khalid e Lofti hanno un reddito Isee basso. Potranno tranquillamente rimanere nelle unità abitative di via Alberto da Giussano». 

mercoledì 9 luglio 2014

lunedì 23 giugno 2014

Bergamo, sindacalista denuncia: “Preso a sprangate per le proteste che porto avanti”

 

Bergamo, sindacalista denuncia: “Preso a sprangate per le proteste che porto avanti”

È l’alba dello scorso sabato, in un paesino vicino Bergamo. Marian Botta, magazziniere di origini rumene, entra in auto per andare al lavoro, insieme a sua moglie. Entrambi sono impiegati nel magazzino Kuehne Nagel di Brignano Gera d’Adda, e Marian, in particolare, è un delegato del sindacato Slai Cobas, cui è iscritta la gran parte dei 230 operai del sito logistico. Poco prima di partire, la coppia vede avvicinarsi tre uomini – di cui due a volto coperto – che spaccano il vetro dal lato del conducente. Afferrano Marian, lo trascinano fuori dall’abitacolo e lo picchiano selvaggiamente. Le urla della moglie richiamano l’attenzione dei vicini che mettono in fuga i tre uomini. Il sindacalista resta a terra con la gamba gonfia e il corpo pieno dicontusioni ed escoriazioni. Questa la ricostruzione che Botta ha rilasciato ailfattoquotidiano.it, spiegando che “si tratta dell’ennesimo pestaggio a danno di un sindacalista del settore logistico, che negli ultimi anni è stato scosso da picchetti, scioperi e vertenze molto aspre, soprattutto in Lombardia ed Emilia Romagna. Lo scopo – sottolinea – è impedirmi di tornare al lavoro”. Anche due anni fa Marian è stato minacciato sotto casa con un’arma da fuoco. “Sono convinto che si tratti di unavvertimento legato alla mia attività sindacale” sostiene Marian che aggiunge: “Prima che arrivasse il sindacato avevamo delle buste paga del tutto irregolari, senza ferie, malattia o Tfr. A volte si lavorava quattro ore, altre volte 17 ore, in base ai carichi di merce. Ci trattavano come degli schiavi. In passato mi è stato persino offerto del denaro, per smettere di fare il sindacalista. Ovviamente, ho sempre rifiutato”, conclude Botta  di Maria Elena Scandagliato

mercoledì 21 maggio 2014

Il piano casa del governo un puntello a sostegno di banche e finanza

DSCN0656

 

Il piano casa del governo un puntello a sostegno di banche e finanza

e un atto di barbarie contro morosi e occupanti Sgomberata "manu militari" Respingere gli sgomberi. Promuovere l'organizzazione di inquilini e occupanti. Dotarsi degli strumenti di autodifesa.

L’aula della Camera ha approvato con 277 sì e 92 no il decreto legge recante misure urgenti

(Le misure

Ecco le misure contenute nel decreto: Lotta agli abusivi, stop allacci gas, luce, acqua e telefono - In assenza dei dati identificativi del richiedente e del titolo che attesti la proprietà, il regolare possesso o la regolare detenzione dell’unità immobiliare, gli atti aventi ad oggetto l’allacciamento dei servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e della telefonia fissa, nelle forme della stipulazione, della volturazione, del rinnovo, sono nulli. Si tratta di una norma che colpisce chi «occupa» le case. Inoltre, chi occupa abusivamente alloggi di edilizia residenziale pubblica non può partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi della medesima natura per i successivi cinque anni.

Più cresce, per gli inquilini impoveriti e senza tetto, il bisogno di alloggio, più si potenzia la politica statale dei partiti governo comuni e regioni a tutela della proprietà contro morosi e occupanti. Il 28 marzo il governo ha sfornato un decreto-legge, il n. 47/2014, che è l'ultimo strumento (in ordine di tempo) di puntellamento della rendita immobiliare-finanziaria e di attacco feroce contro morosi e occupanti.

Per quanto riguarda il primo aspetto, ossia la proprietà pubblica e privata, esso prevede: a) un fondo a sostegno del pagamento dei canoni, elargito al proprietario,nel caso di"morosi incolpevoli", previa verifica burocratica della "incolpevolezza"; b) la costituzione di agenzie (istituti o fondi), tramite Comuni e Regioni, per realizzare convenzioni con cooperative edilizie con l'incarico di dare in locazione alloggi a canone concordato, nel tentativo di sostenere un mercato sempre più asfittico e allontanare lo scoppio della bolla immobiliare; c) l'istituzione di un apposito fondo per la concessione di contributi in conto interessi sul finanziamento per l'acquisto di alloggi degli IACP; col doppio risultato della svendita del patrimonio pubblico e del sostegno alle banche (che di mutui non ne stanno facendo più) attraverso la garanzia della Cassa depositi e prestiti; d) finanziamento delle ristrutturazioni degli immobili IACP; e) riduzione al 10% dell'aliquota della cedolare secca per i contratti a canone concordato.

Per quanto riguarda, invece, senza tetto e occupanti il decreto stabilisce: 1)gli occupanti abusivi perdono qualsiasi diritto di residenza; diventano extracittadini; 2)perdono qualsiasi possibilità di allacciamento ai servizi pubblici, con taglio di energia elettrica e gas; 3)vengono estromessi dalla graduatoria per l'assegnazione di alloggi popolari; e privati della sanità e istruzione pubbliche.

In breve acquisiscono per legge lo stato di reietti e perseguitati e trattati come cani randagi.

Questo provvedimento va denunciato e combattuto prima di tutto per il suo carattere ingannevole e mistificatorio in quanto cavalca l'«emergenza abitativa», non per fermare sfratti e sgomberi e requisire alloggi per disoccupati cassintegrati famiglie impoverite e senza tetto, bensì al contrario per sostenere, sulle tribolazioni di questi proletari, la rendita immobiliare-finanziaria. Esso va denunciato e combattuto in secondo luogo per il suo feroce carattere espulsivo che estende agli occupanti abusivi e morosi le logiche sicuritarie razziste e di guerra tra poveri italiani e immigrati.

Va denunciato e combattuto in terzo luogo in quanto non si limita a colpire le singole famiglie o gli occupanti isolati ma mira a eliminare i gruppi più vasti, le collettività di famiglie e di soggetti che hanno costruito rapporti di socialità o che hanno creato un minimo di organizzazione, ponendo la questione abitativa come un problema dell'esistenza di operai disoccupati precari e pensionati.

Gli sgomberi sono da tempo operazioni militari, operazioni ad alta intensità di guerra statale. Ed occorre pertanto un alto livello di organizzazione, di attrezzatura, di collegamenti, di combattività.

Sintetizziamo a conclusione gli elementi di partenza e di impostazione dell'azione. Le città sono piene di case sfitte e/o vuote. Spezzare il monopolio della proprietà pubblica e privata. Il diritto all'alloggio dipende da chi ne ha bisogno. Esigere da Comuni ed Enti pubblici incaricati l'assegnazione immediata di case popolari; la sospensione degli affitti per disoccupati, cassintegrati, poveri; la riduzione dei canoni. Inserire la lotta per l'alloggio nella battaglia generale di operai disoccupati precari e pensionati per l'esproprio di palazzinari immobiliari pubblici (ATC-ALER-ATER ECC.) E proprietà privata.

 

Copia di SICOBAS-NOVARA-LOTTE.doc-1w.pdf-buono_page_005